Francoforte al Meno (Frankfurt am Main)/Lipsia (Leipzig)/Dortmund, 28 novembre 2018
Il capitalismo uccide – Nessun perdono, nessun oblio!
KIK punta sulla prescrizione dell’omicidio colposo in 259 casi
Il 29 novembre davanti al tribunale di Dortmund inizia un processo molto seguito contro il discounter del tessile KIK con sede a Bönen presso Dortmund. Per la prima volta a un’impresa potrebbe essere chiesto il conto in Germania per le condizioni di produzione del suo diretto fornitore nell’estero non europeo. Si tratta di 259 morti per l’incendio in una fabbrica tessile del fornitore Ali Enterprises il 11/9/2012 a Karachi, Pakistan, che produceva anzitutto per KIK.
KIK conosceva le catastrofiche misure antincendio ma ciononostante continuava a far produrre in loco. Forensic Architecture nel febbraio del 2018 presentava una perizia sulla ricostruzione dell’incendio funesto che identifica le clamorose lacune (solo una via di fuga, porte verso l’esterno chiuse, etc.) come causa indiscutibile dell’alto numero di vittime.L’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR) adesso sostiene le vittime e tre sopravvissutx che rifiutano di farsi liquidare con i risarcimenti finora pagati. Oltre al risarcimento per danni morali si tratta della responsabilità fondamentale delle imprese multinazionali per le proprie filiali/i propri fornitori.
Si discute secondo diritto pakistano e KIK tenta di sfruttarlo. Con dei trucchi, la filiale Tengelmann vuole salvarsi nella prescrizione. Dapprima, nel mese di novembre 2014, il discounter del tessile si era detto d’accordo con una rinuncia alla prescrizione, ritirando però la stessa rinuncia due anni dopo di che fu inoltrata querela a Dortmund. Se il tribunale segue quest’argomentazione può essere che il processo è di nuovo finito all’istante.
Attualmente la EU, con la Germania come prima, bloccano gli sforzi delle Nazioni Unite per rafforzare i diritti dex sfruttatx. L’obiettivo era la salvaguardia legale dei diritti dell’uomo lungo le catene di fornitura internazionali. Su iniziativa del Ecuador e del Sudafrica doveva essere elaborato un accordo su delle norme dei diritti dell’uomo. Nella bozza attuale trattata in ottobre per l’insistenza EU non si parla più di un nuovo tribunale internazionale. Nel documento è stato depennata anche l’introduzione di dure sanzioni. Il governo federale minaccia di ritirarsi da ulteriori consultazioni. Chi osservava le trattative vede dei segnali che il governo federale vuole far fallire il trattato.
Indipendentemente dal verdetto della corte, noi diciamo: KIK in questo caso è esemplare per il regime di sfruttamento globale che attraversa ogni ambito vitale – dai smartphone fino ai nostri generi alimentari. I vestiti sono prodotti a condizioni disumane nelle regioni povere del mondo per poi essere smerciati qui a prezzi stracciati. L’inquinamento dei tessili con sostanze tossiche rende estremamente malsano il lavoro. La merce qui spesso raccolta come usa e getta nei container dell’usato, è rivenduta ai paesi di origine dove rende antieconomica una produzione tessile propria per il mercato locale.
Questo brutale ordine dello sfruttamento è corresponsabile per i massicci movimenti di fuga a livello mondiale. Chi fugge è poi è tenutx lontanx con violenza mortale dai centri capitalisti, dagli USA e dall’Europa. Giusto in questi centri, i partiti e movimenti razzisti e apertamente fascisti guadagnano massicciamente in potenza e continuano a girare la vite dello sfruttamento e dell’isolamento.
Contro lo sfruttamento globale, nella notte passata con numerose azioni abbiamo dato un piccolo segno di solidarietà!
Autonome Gruppen– A Francoforte-Fechenheim alle ore 1:30 abbiamo scassato la facciata e l’entrata della filiale KIK con i martelli. Imprese come KIK producono condizioni assassine e distruggono le basi di vita su questo pianeta. Niente pace con i rapporti capitalisti.
– Anche a Lipsia spaccati i vetri presso kik e tedi. Anche tedi è una filiale del gruppo Tengelann.
– Attaccate due filiali del discounter del tessile Kik nella notte a mercoledì (28 novembre 2018) a Dortmund. Colpite le filiali nella Berghofer- e Kaiserstraße. Mentre nella Kaiserstraße furono spaccate le porte in vetro e le vetrine, a Berghofen, dopo avere previamente spaccata la facciata in vetro, delle bottiglie alla vernice volarono dentro l’area vendita, procurando un danno tuttora sconosciuto.
Fonte: Indymedia, trad. mc