Lipsia (Leipzig), 17 dicembre 2018
Pochi giorni fa il dittatore fascista Erdogan annunciava di voler muovere una guerra di aggressione contro i territori autonomi curdi di Rojava nel Nord Siriano. Per poter inquadrare questa guerra imminente vedi per es. quest’intervista nel Lower Class Magazine lowerclassmag.com/2018/12/das-wird-der-groesste-krieg-der-uns-je-aufgezwungen-wurde/
In questo senso seguivamo l’appello di fare pratica la solidarietà internazionale e oggi a mezzogiorno nella periferia sud di Lipsia abbiamo incendiata un’auto della ditta ThyssenKrupp.
A parte che ThyssenKrupp rappresenta lo sfruttamento globale senza scrupoli, che collaborava con i nazi e profittava del loro governo (Solo l’impresa Krupp schiavizzò tra il ’33 e il ’45 più di 90.000 lavoratrix coattx, prigionierx KZ e prigionierx di guerra, finanziò la NSDAP con oltre 60 Mio. Reichsmark ed era determinante nella pianificazione del riarmo tedesco prima e dopo la 2. Guerra Mondiale). Vista questa storia non stupisce affatto che accoglie con favore la collaborazione con il fascista Erdogan e che ThyssenKrupp insieme ad altri grandi gruppi tedeschi profitta alla grande del massiccio riarmo dei militari turchi. Il gruppo è tuttora un attore centrale dell’industria delle armi tedesca con la Turchia come uno dei maggiori acquirenti.
I militari turchi puntano sempre di più su di una produzione indipendente nel proprio paese e sigla dei contratti di cooperazione con i gruppi tedeschi del riarmo per costruire armi in proprio, per es. carrarmati e – nel caso ThyssenKrupp – tra l’altro anche per sei sottomarini da combattimento. Questi furono forniti quest’anno dopo gli attacchi ad Efrîn (Afrin). L’ultimo contratto per più di 4 milioni di Euro fu stipulato dopo l’entrata turca ad Efrîn.
Una lista degli attori nella guerra d’aggressione contro Efrîn, che nella fase attuale non ha perso in attualità, si trova su fight4afrin.noblogs.org.
L’attacco a ThyssenKrupp è perciò di più che solo un contributo alla solidarietà con la lotta attorno a Rojava, ma vuole ricordare anche le morti di Cizre, Diyarbakır, Nusaybin, İdil e Silopi e la gente eroica che s’era difesa. Poiché ogni goccia di sangue sulle mani dei commando speciali e soldati turchi con le loro milizie alleate in Kurdistan è attaccato anche alle mani delle imprese e dex politicx tedeschx che continuano a stipulare affari con la Turchia per accaparrarsi capitale e influenza.Così fortifichiamo le seguenti parole del compa curdo nella sopracitata intervista:
„Le fabbriche in Germania che producono le armi necessarie alla guerra di Erdogan devono essere fermate. Se lo Stato tedesco non ferma gli export d’armi alla Turchia e non si riprende quelle già vendute, allora la gioventù in Germania deve creare una situazione che non permette che vi si producono più armi. Questo è il loro dovere. Essere in azione. Perdere la paura della prigione, poiché la storia ci assolverà.
La gioventù non dovrebbe temere lo Stato e il governo. È lo Stato e il governo che dovrebbero avere paura della gioventù e del popolo. La gioventù dovrebbe punire la Germania e gli altri Stati europei e partner NATO per la loro partecipazione attiva o passiva a questi crimini di guerra della Turchia. Se uno Stato tace sulla prassi della Turchia non possiamo che intenderlo come consenso. E così anche loro si fanno criminali di guerra.
Per il popolo curdo la guerra contro Rojava è probabilmente la più grande guerra che ci fu mai imposta. Una guerra di tale misura non c’è, probabilmente, mai stata nella nostra storia. Il ruolo degli Stati imperialisti è pure chiaro. Da loro non possiamo aspettarci alcun aiuto. Non sono gli Stati dai quali ci aspettiamo aiuto e solidarietà, bensì dai popoli di questo mondo!“Quest’azione è anche espressione della nostra solidarietà con i quattro giovani compas curdi che attualmente sono sotto processo a Celle. Sono accusati di avere incendiato l’11 marzo un’auto di nazionalisti turchi e il 13 marzo di avere attaccato il negozio di un fascista turco con pietre e molotov in solidarietà con la difesa di Efrîn. La nostra lotta continua, uguale quantx di noi rinchiudono! Inoltre commemoriamo lx cadutx di Mazlum Efrîn e Zagros Efrîn. Resistendo all’esercito di occupazione turco morirono domenica a Şêrawa, un circondario di Efrîn non interamente occupato dalla Turchia.
Solidarietà con chi combatte!
Onore ax cadutx!
Morte al fascismo!
Fonte: Indymedia, trad. mc.